Lo so che l’argomento “Naturopatia per Animali” a molti fa venire in mente solo rimedi naturali, erbe o pozioni magiche. Invece la Naturopatia, quella vera, esercitata con amore e coerenza, include aspetti molto più ampi. Il benessere del corpo passa anche attraverso quello della mente e dello spirito. Anche quando si tratta dei nostri animali.
Occuparsi della loro salute significa anche considerare il significato e l’importanza della loro vita al nostro fianco. Significa capire il loro comportamento, apprezzare e valorizzare la loro diversità e alterità. Dare un senso alla loro esistenza, ricambiare come possiamo quell’amore che continuamente mettono a nostra disposizione, e che troppe volte passa tristemente inosservato.
Ecco perché, ora che molte famiglie tornate dalle vacanze stanno pensando di allargare la famiglia con un amico peloso in più, torno sull’argomento adozioni. E lo faccio con le parole della giornalista Eugenia Palazzetti, pubblicate qualche anno fa, ma sempre e più che mai attuali.
Vorrei dedicare questo articolo a chi sogna di vivere con un animale ma teme di non essere all’altezza o di non avere abbastanza risorse; a chi ci sta pensando ma non si sa decidere; a chi ha già deciso e crede di aver già fatto tutte le valutazioni necessarie.
Le parole che seguono saranno forse in grado di regalarvi un punto di vista che ancora non avevate preso in considerazione: quello dei veri protagonisti, i cani che da tanti, troppi anni, sono ospiti nei canili.
«Sono tanti i miti da sfatare: cucciolo è meglio, piccolo è più gestibile, giovane è più incline ad affezionarsi... La gente dovrebbe capire che è PIÙ FACILE gestire un cane adulto o, meglio ancora, un cane anziano: infatti, i volontari del canile [ex Poverello, nda] conoscono gli “ospiti” delle gabbie uno per uno (hanno tutti un nome ed una relativa scheda sanitaria) e sanno indicare quale sia il cane giusto per le esigenze dell'adottante proprio in quanto ne conoscono carattere e caratteristiche, avendoli seguiti per tanti anni.
Si è portati a credere per le dimensioni che un cane di piccola taglia sia quello più indicato a vivere in un appartamento: niente di più sbagliato! I cani di taglia piccola hanno un carattere più vivace rispetto ai cani di taglia media, grande e gigante, e spesso risentono maggiormente dell'assenza del padrone durante le ore lavorative. Un cane di taglia grande, sempre vissuto in gabbia, è abituato a spazi ristrettissimi, ha perciò bisogno di poco spazio proprio perché non ci è abituato. Inoltre, passa le sue giornate solo, quindi anche un padrone che per lavoro sia costretto ad assentarsi diverse ore non rappresenterebbe per lui un problema.
Tutti pensano al cane di grande taglia in un giardino: un cane vissuto in canile considererà anche il più piccolo appartamento come una reggia!
Quanto alla capacità di affezionarsi, anche se il padrone non l'avrà visto crescere, un cane adulto o vecchio sarà perfettamente in grado di legarsi ad una “nuova” persona. Anzi, proprio in virtù dell'essere stato scelto e salvato il suo amore sarà ancora più forte e saldo. Magari non “immediato”, in quanto i cani in attesa di adozione, si portano dietro, a volte, pesanti esperienze che li rendono timidi, diffidenti, paurosi. Ma sempre pronti a dare credito a chi saprà tendergli una mano.
Più si va avanti con l'età poi, più il cane sarà tranquillo: comprensibile il ragionamento di chi pensa che così soffrirà prima per la morte del cane, ma è un'esperienza che arricchisce l'uomo e dà una possibilità a chi ha sempre e solo sofferto da recluso di assaporare la libertà.
Pensando alla vostra vecchiaia, vi piacerebbe l'idea di vivere chiuso in una piccola stanza di un ospizio soli e abbandonati dal mondo intero per la sola paura di affezionarsi a voi?
Riflettendo su questa realtà, converrete che occorre dare una possibilità a tutti i cani di canile. Moltissimi casi di cani anziani adottati riportano un'esperienza di infinita tenerezza e riconoscenza verso colui/colei che li ha portati via dal canile. Persone che hanno poi voluto ripetere l'esperienza.
Alla fine, dalle testimonianze raccolte, i più contenti e soddisfatti sono proprio i nuovi padroni, anche se la riconoscenza e la felicità si possono leggere chiaramente sui musi dei cani ora liberi.
Non c'è bene più prezioso della libertà e questo si può capire anche dall'espressione speranzosa dei canetti dell'ex Poverello ogni volta - purtroppo poche - che una persona entra per adottare un cane: si fanno in quattro per farsi notare. Tutti sembrano dire “Scegli me, portami via, non ce la faccio più a vivere in gabbia”.
E allora fatevi avanti, adottate un cane adulto o un cane anziano perché la vecchiaia non deve essere una condanna a morte in canile! E se anche la vostra scelta non dovesse ricadere su di loro, ci sono anche tanti cani giovani.
Qualunque prigioniero rilasciato regalerà, infatti, un po' più di spazio e attenzioni a tutti quelli che restano dentro le gabbie».
(Articolo scritto dalla giornalista Eugenia Palazzetti, e pubblicato nella rivista “Sicurezza Sanitaria”, 2009)
Nelle foto, Balto e Nathan: entrambi morti dopo aver passato la loro vita in canile.
Per non dimenticare.