«Vivo con la mia gatta di un anno, Lola, e ieri ho portato a casa un micetto di 2 mesi. Ancora non li ho fatti incontrare ma lei lo sente miagolare e purtroppo non ha avuto una bella reazione. Lilli è molto paurosa e in questa nuova situazione si trova spaventata. Si nasconde, soffia e si gonfia ogni volta che sente l'odore del piccolo. Mi sento in colpa nei suoi confronti, povera piccola e ho il timore di dover portare indietro il piccolino perché non riusciranno a convivere». (Franca)
Torniamo ancora sull’argomento “convivenza felina”. Meglio un cucciolo o un gatto adulto? Nello scorso articolo abbiamo visto che molti timori relativi all’adozione di animali adulti, sono spesso infondati. L’arrivo di un nuovo gatto in famiglia può essere vissuto in modo semplice e sereno, a prescindere dalla sua età: molto dipende dalla nostra capacità di facilitare l’inserimento in famiglia, nonché dalla nostra conoscenza e dal nostro rispetto delle regole di buona educazione felina. Come comportarci, e quali aspettative avere nei loro confronti?
Prima cosa: pazienza, tanta pazienza. La fase di adattamento dura almeno un mese: le cose possono variare da gatto a gatto, ma in linea di massima questo è il tempo necessario perché i due nuovi a-mici trovino i loro ritmi e abitudini.
Se possibile, l’ideale sarebbe far sentire loro reciprocamente i propri odori, prima dell’incontro vero e proprio. Tenete il nuovo arrivato in una stanza da solo, con i suoi accessori, e fategli annusare una copertina o un cuscino del padrone. Altrettanto fate con quest’ultimo, dandogli la possibilità di conoscere l’odore del gatto nuovo, per almeno qualche giorno.
Vanno dati nella dose di 4 gocce, messe direttamente sul pelo dei gatti (l'ideale è sulla testa), e applicate con un lieve massaggio, più volte al giorno (da 2 a 4 volte). Vanno anche aggiunti alle rispettive ciotole, ad ogni cambio dell’acqua. Prima di farli conoscere, e poi per tutto il periodo di adattamento alla convivenza.