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Convivenza felina

Di Tiziana Cremesini.

Convivenza felina

«Vivo con la mia gatta di un anno, Lola, e ieri ho portato a casa un micetto di 2 mesi. Ancora non li ho fatti incontrare ma lei lo sente miagolare e purtroppo non ha avuto una bella reazione. Lilli è molto paurosa e in questa nuova situazione si trova spaventata. Si nasconde, soffia e si gonfia ogni volta che sente l'odore del piccolo. Mi sento in colpa nei suoi confronti, povera piccola e ho il timore di dover portare indietro il piccolino perché non riusciranno a convivere». (Franca)

Torniamo ancora sull’argomento “convivenza felina”. Meglio un cucciolo o un gatto adulto? Nello scorso articolo abbiamo visto che molti timori relativi all’adozione di animali adulti, sono spesso infondati. L’arrivo di un nuovo gatto in famiglia può essere vissuto in modo semplice e sereno, a prescindere dalla sua età: molto dipende dalla nostra capacità di facilitare l’inserimento in famiglia, nonché dalla nostra conoscenza e dal nostro rispetto delle regole di buona educazione felina. Come comportarci, e quali aspettative avere nei loro confronti?

Prima cosa: pazienza, tanta pazienza. La fase di adattamento dura almeno un mese: le cose possono variare da gatto a gatto, ma in linea di massima questo è il tempo necessario perché i due nuovi a-mici trovino i loro ritmi e abitudini.

Seconda cosa: niente paura! Se arrabbiati o intimoriti, i felini lo dimostrano facendo una grande confusione: soffiano, scappano, si nascondono, a volte urlano e si prendono a zampate. Ma raramente arrivano a farsi male seriamente, almeno se li lasciamo fare senza intervenire a sproposito.
Probabilmente la nostra tentazione sarà quella di difendere il nuovo arrivato, che ci sembra la parte più debole, ma in questo modo potremmo ferire i sentimenti del padrone di casa. Avrà bisogno di osservare per un po’ il suo rivale da lontano: lasciatelo fare, non forzate l’incontro. E non lo sgridate se lo vedete soffiare al nuovo inquilino, sta solo mettendo in chiaro quali sono i confini da non oltrepassare. E poi coccolatelo e viziatelo, probabilmente sente che il suo ruolo da “Re della casa” è messo in pericolo, ed è nostro dovere fargli capire che i suoi timori sono infondati.

Se possibile, l’ideale sarebbe far sentire loro reciprocamente i propri odori, prima dell’incontro vero e proprio. Tenete il nuovo arrivato in una stanza da solo, con i suoi accessori, e fategli annusare una copertina o un cuscino del padrone. Altrettanto fate con quest’ultimo, dandogli la possibilità di conoscere l’odore del gatto nuovo, per almeno qualche giorno.

Prima del loro incontro, possiamo anche passare le nostre mani spruzzate con dei feromoni vicino al muso e sui fianchi di entrambi. Questo odore facilita la comprensione reciproca e li fa sentire più predisposti alla conoscenza.
Molto importante: la gestione delle risorse! Le lettiere per il primo periodo devono essere separate. Le ciotole devono essere pari al numero dei gatti presenti in casa, più una (se ci sono due gatti, ci devono essere tre ciotole). In questo modo non si sentiranno spinti a competere per le riserve alimentari.
Infine, ovviamente i fiori di Bach. Una miscela generica può essere fatta con i seguenti rimedi: BEECH, WALNUT, HOLLY, STAR OF BETHLEHEM.
Vanno dati nella dose di 4 gocce, messe direttamente sul pelo dei gatti (l'ideale è sulla testa), e applicate con un lieve massaggio, più volte al giorno (da 2 a 4 volte). Vanno anche aggiunti alle rispettive ciotole, ad ogni cambio dell’acqua. Prima di farli conoscere, e poi per tutto il periodo di adattamento alla convivenza.

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