Di Tiziana Cremesini.
Mi sentirete spesso parlare dei rimedi del Dott. Bach. Con il loro aiuto
si possono affrontare tantissimi disturbi dei nostri amici animali,
siano essi di natura fisica, emozionale o comportamentale. Alcune volte
per supportare le terapie in atto, molto spesso per risolvere il
problema intervenendo su quella che ne è stata la causa iniziale.
Ma che cosa sono esattamente questi Fiori?
Si tratta di 38 diversi rimedi, ricavati dalla più amorevole espressione della Natura:
ognuno con una sua specifica funzione, un suo preciso messaggio
emozionale. Tante volte ne viene sottovalutata l’efficacia, ma ciò che è
peggio viene dimenticato il percorso, fatto di dedizione profonda e di
sacrifici, che ha portato alla loro scoperta e diffusione.
Siamo intorno agli anni ’30, e protagonista di questa storia è il Dott. Edward Bach (1886 – 1936). Medico ed omeopata rivolto all’innovazione, ricercatore, scrittore, studioso dell’animo umano.
Cresce con la famiglia in Galles, dove ha modo di imparare lo stretto rapporto
esistente fra Essere Umano e Natura. Dopo essere stato abilitato alla
professione, in breve tempo si apre per lui una carriera di successo:
inizialmente si occupa di batteriologia, ed entra in contatto con
numerosi malati terminali, con cui inizia il suo lavoro di ricerca,
sperimentazione, diffusione delle scoperte attraverso numerose
pubblicazioni.
Ma qualcosa nella medicina del tempo non lo convince.
Le terapie sono troppo invasive, i malati sono considerati come una
macchina da aggiustare: senza possibili varianti, senza personalità,
tutti con le stesse identiche necessità.
Possibile che sia così, si chiede?
Edward Bach non si riconosce in questo tipo di approccio al paziente,
e comincia le proprie ricerche verso una nuova medicina, che tenga
conto delle caratteristiche di ogni individuo, e che ricerchi la causa
vera della patologia.
Non escludendo l’uso dei mezzi fisici o chimici, che possono essere
utili o addirittura essenziali, per completare la guarigione del corpo
sottolinea sempre e con forza la necessità primaria della cura dello
stato mentale ed emozionale, senza la riuscita del quale non può esser
raggiunta un vera guarigione.
Per lui il medico del futuro sarà quello che aiuterà il paziente
a conoscere se stesso, gli indicherà i mezzi migliori per stabilire
l’armonia necessaria e gli somministrerà quei rimedi che aiuteranno il
corpo fisico a recuperare la forza e la mente a ritrovare la calma.
La sua vera passione sono le piante, ed in lui nasce l'idea di creare dei rimedi nuovi, facendo delle associazioni fra i sintomi patologici e la reazione alla malattia.
Tutto questo diventa per il Dott. Bach lo scopo della propria vita:
lunghe sono le ore passate sui libri, tanto che il lume della sua
camera viene chiamato “la luce che non si spegne mai”, e prende infine
la decisione di abbandonare la propria carriera e l’ambulatorio per
dedicarsi completamente alla propria strada personale.
Ancora più lunghe sono le passeggiate in cerca dei fiori giusti,
guidato da logica, passione, intuizione, animato da quella che
considerava una missione: insegnare un metodo di cura semplice e alla
portata di tutti, permettere ad ogni persona di intervenire sui proprio
disturbi, illuminare ogni malato sulla causa reale dei proprio sintomi.
Ogni rimedio viene testato su sé stesso, con non poche difficoltà. Nessun altra sperimentazione viene fatta per questi rimedi, se non quella basata sui sintomi e sulle sofferenze provate.
Non stupisce quindi che il loro utilizzo per gli animali si riveli così efficace.
Per la loro preparazione, studio, conoscenza, nessun animale è stato
coinvolto, o ha sofferto perché ne venissero testati gli effetti.